Un Magiordomo, una canzone, un'amicizia:
Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers

Re Carlo
tornava dalla guerra
Lo accoglie la sua terra
Cingendolo d'allor



Carlo Martello fu un nobile franco dell'VIII secolo che conseguì la dignità di Maggiordomo di palazzo e tenne di fatto le redini del Regno dei Franchi per circa vent'anni.
Riuscì a escludere dal governo i sovrani della dinastia Merovingi rendendoli portatori di un titolo puramente formale, dato che il potere reale era saldamente nelle sue mani.
Grande condottiero, conseguì a unificare i Franchi in una sola nazione, la Francia che abbandonò il nome latino di Gallia.
Carlo affrontò nel 732 i musulmani a Poitiers e nonostante la vittoria ottenuta, non riuscì tuttavia a fermare le invasioni saracene nell’Europa occidentale: occorsero infatti sette lunghi anni di battaglie affinché il suolo francese e, poco più tardi, buona parte di quello italico e spagnolo fossero liberi dall’invasore.
Prima della sua dipartita, Carlo divise il regno dei Franchi tra i suoi due figli, Carlomanno e Pipino.
Quest'ultimo divenne il primo re della dinastia carolingia.
Il nipote di Carlo Martello, Carlo Magno, espanse il regno dei franchi e diventò il primo imperatore dell'occidente dalla caduta di Roma.

Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers fu scritta a due mani da Fabrizio De André e Paolo Villaggio nel 1962.
I due artisti erano legati da una profonda amicizia e la loro collaborazione non si limitò solo alla stesura di Carlo Martello.
La canzone fu inserita nell’album in studio Volume 1 nel 1967.

Con queste parole Paolo Villaggio ricordò come nacque la canzone:

La scelta dell’ambientazione medioevale fu tutta farina del mio sacco, Fabrizio ci mise solo la musica.
Cioè avvenne il contrario, lui aveva già la musica ed io ci misi le parole.
Fu così: era una giornata di pioggia del novembre del 1962 e io e Fabrizio, a Genova a casa mia in via Bovio, eravamo tutti e due in attesa del parto delle nostre signore, che poi partorirono lo stesso giorno, infatti Cristiano e il mio Pierfrancesco sono “gemelli”.

Ebbene, forse per distrarci o per passare il tempo, Fabrizio con la chitarra mi fece ascoltare una melodia, una specie di inno da corno inglese e io, che sono di una cultura immensa, cioè in realtà sono maniaco di storia, ho pensato subito di scrivere le parole ispirandomi a Carlo Martello re dei Franchi che torna dalla battaglia di Poitiers, un episodio dell’ottavo secolo d.C., tra i più importanti della storia europea visto che quella battaglia servì a fermare l’avanzata, fino ad allora inarrestabile, dell’Islam.
Erano arrivati fino a Parigi, senza Carlo Martello sarebbe stata diversa la storia dell’Europa.
Comunque mi piaceva quella vicenda e la volli raccontare, ovviamente parodiandola.
In una settimana scrissi le parole di questa presa in giro del povero Carlo Martello.
La canzone passò abbastanza inosservata, Fabrizio ancora non aveva inciso La Canzone di Marinella e non era quindi famoso, tanto meno io.
Qualcuno però notò questa strana filastrocca che sbeffeggiava il potente Re dei Franchi: fu un pretore, mi pare di Catania, che ci querelò perché la considerava immorale soprattutto per quel verso: «È mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi p…».

E pensare che noi eravamo già stati censurati e avevamo dovuto trasformare il verso finale che in originale suonava: «frustando il cavallo come un mulo, quella gran faccia da c…» con: «frustando il cavallo come un ciuco, tra il glicine e il sambuco».
Ma, a parte questo pretore, nessuno notò la nostra canzone che fu riscoperta quando Fabrizio divenne famoso dopo Marinella.

(immagine dal web)


2 commenti:

fracatz ha detto...

certo che una volta, i pretori, lavoravano alacramente, con le donne poi erano inflessibili

alberto bertow marabello ha detto...

Non sapevo la storia, ma mi è sempre piaciuta questa canzone così dissacrante